A poche settimane dal lancio del nuovo visore di realtà virtuale di Meta, Il Meta Quest 3, vediamo pro e contro del device per capire se sia una buona idea regalarlo all’appassionato di realtà virtuale. Prima però di vedere se il regalo sarà gradito (o meno) vediamo in che consiste il punto di forza di questo nuovo visore di casa Meta, cioè la Realtà mista.
La realtà Mista
L’introduzione della realtà mista o parallela rispetto alla realtà virtuale ha potenziato il visore, trasformandolo in uno strumento più avanzato e versatile. Anche se i mondi virtuali creati da Meta non hanno ancora raggiunto un livello di popolarità e di affollamento sperati. Per cui per un uso “interattivo” con altri avatar siamo ancora ben lontani dalle aspettative che hanno preceduto, a parole, il “metaverso”. Ogni protagonista del settore della realtà virtuale (VR), della realtà aumentata (AR) e della realtà mista (MR) sembra essere impegnato in una corsa per posizionare la propria tecnologia come un’invenzione rivoluzionaria, paragonabile all’impresa del primo smartphone. Tuttavia, permangono incertezze su quale sia il pubblico target di questa tecnologia e quale sia il suo utilizzo ottimale: intrattenimento, lavoro, fitness, comunicazione o un mix di tutti questi elementi? All’estremo più elevato del mercato, troviamo Apple, che si sta preparando al lancio del 2024 del suo visore Apple Vision Pro, rivolto principalmente a un immaginario mercato Mixed Reality, con un prezzo previsto di 3.499 dollari. In contrasto, ci sono aziende come Niantic, che hanno scelto di non sviluppare hardware dedicato, preferendo invece applicazioni di realtà aumentata come Pokémon Go o Monster Hunter Now, che possono essere utilizzate sugli smartphone già in possesso degli utenti. Nel complesso il panorama dei visori per realtà virtuale è assai affollato; anche la scelta andrebbe fatta in base al tipo di applicazione, o di esperienza immersiva, che si desidera: video 360 VR? realtà mista? realtà aumentata? realtà virtuale? Se avete le idee confuse in questo articolo sulla realtà virtuale e sulle esperienze immersive vengono spiegate a fondo le tecnologie e le differenze tra i livelli di interattività con i mondi 3D
Meta Quest 3
Il Meta Quest 3 si posiziona in una fascia intermedia. Non è l’oggetto di lusso ad alto prezzo come quello pianificato da Apple, ma neanche più l’opzione economica di realtà virtuale per tutti, come lo era il Quest 2. Il Quest 3 ha visto un aumento di prezzo proporzionale ai suoi aggiornamenti tecnologici: il modello base da 128 GB è 500 dollari e la versione da 512 GB a (650 dollari, rappresentando un incremento significativo rispetto al modello precedente lanciato a 399 dollari per la sua versione top di gamma da 256 GB. Questa è una scommessa importante per Meta, considerando che il ciclo di generazione hardware è raddoppiato: quasi tre anni tra il lancio del Quest 2 e del Quest 3, rispetto ai meno di 17 mesi tra l’Oculus Quest originale e il Quest 2, ancora lontano dai circa sei-sette anni tipici di una generazione di console di gioco. Chiedere agli utenti un aggiornamento così rapido, con un sovrapprezzo del 60%, rappresenta un rischio notevole.
La fisicità del visore Meta Quest 3
Le dimensioni fisiche del Quest 3 sono ridotte grazie a componenti nuovi e lenti più sottili, risultando in un visore il 40% più piccolo del suo predecessore. I controller Touch, ora ribattezzati Touch Plus e pesanti solo 126 grammi ciascuno, hanno mantenuto un layout familiare ma sono stati resi più precisi grazie alle migliorate capacità di rilevamento spaziale del visore, che hanno permesso l’eliminazione dell’anello di tracciamento. Il poter guardare “attraverso” il visore (cd. pass-through), abilitato di default, rappresenta il cambiamento più notevole nell’utilizzo di Meta Quest 3. Sebbene le versioni precedenti del Quest avessero questa funzionalità (bisognava toccare all’altezza delle tempie il cinturino del visore 3d) , erano estremamente basilari, offrendo versioni sfocate in bianco e nero dell’ambiente circostante. Con il Meta Quest 3, l’introduzione del colore fa una grande differenza, sebbene la visione resti ancora leggermente sfocata.
Dubbi e Punti di forza
Nonostante queste novità, emergono dubbi sull’identità e lo scopo del Quest 3. La produttività e il lavoro d’ufficio nella realtà mista, al di là delle riunioni virtuali e delle funzionalità di comunicazione, rimangono limitati. Le app di pittura 3D nel negozio Quest permettono di tracciare pennellate in 3d nell’aria, ma il potenziale delle applicazioni della Realtà mista sembra essere ancora solo un’ipotesi. Forse, il Meta Quest 3 è un passo deliberato per stimolare l’interesse verso il metaverso, abituando le persone a unire il reale e il virtuale. Lavoro, collaborazione, fitness e gioco: un solo visore può gestire tutto. Tuttavia, nonostante gli aggiornamenti hardware, il sistema operativo e l’interfaccia utente del Quest 3 rimangono sorprendentemente datati. La navigazione è caotica e l’organizzazione non delle migliori: tutte le app, installate o meno, sono elencate nella Libreria App in ordine di utilizzo recente, senza possibilità di ordinarle alfabeticamente o separarle in base allo stato di installazione. Questo aspetto era frustrante già con l’unità originale da 64 GB del Quest 2, ma con il Quest 3, che offre fino a 512 GB di archiviazione, il disordine aumenta rapidamente. Data l’ambizione del Quest 3 di essere una piattaforma versatile, Meta dovrebbe permettere agli utenti una maggiore personalizzazione delle proprie app. Il Quest 3, nonostante le sue qualità, sembra essere un “tuttofare, maestro di nessuno“. Pur rappresentando un significativo passo in avanti rispetto al Quest 2 sotto ogni aspetto, potrebbe non essere sufficiente per garantire una diffusione mainstream della VR o della MR.
Ph: Meta